La verità sulla campagna diffamatoria contro di me

Nel 2023 è stato creato un sito anonimo intitolato “Vittime di Gabriele Cripezzi”, il cui unico scopo è quello di danneggiare deliberatamente la mia reputazione, delegittimare i progetti che  rappresento e ostacolare la realizzazione di un’opera che — se portata a compimento — potrebbe cambiare il destino di migliaia di persone.

Questa campagna diffamatoria, costruita attorno a un castello di accuse false, interpretazioni maliziose e distorsioni intenzionali, è stata orchestrata da due individui spinti da motivazioni esclusivamente personali: vendetta, frustrazione e senso di fallimento. A questi si sono aggiunti altri — alcuni in silenzio, altri attivamente — che hanno scelto la via più comoda e più vile: la diserzione. Promesse fatte, impegni dichiarati, progetti condivisi e sottoscritti sono stati abbandonati senza alcuna comunicazione né responsabilità. Avevano detto che si sarebbero trasferiti, che avrebbero lavorato al mio fianco su iniziative concrete (agenzie, imprese, attività), e invece hanno fatto marcia indietro, senza alcuna spiegazione, senza nemmeno il coraggio di guardarmi negli occhi.

A questa diserzione si è aggiunta la vigliaccheria: nessuno di questi soggetti ha avuto il coraggio di sostenere le proprie accuse apertamente. Il sito che hanno creato è anonimo. Viene usato il mio nome per intero, mentre loro si nascondono dietro iniziali, soprannomi e cognomi puntati. Non c’è responsabilità, non c’è dignità.
Solo fango lanciato da dietro un muro.

Tutti i contributi economici ricevuti da parte dei partecipanti al progetto sono regolarmente tracciati, documentati e legati alla cessione di quote societarie, effettuata secondo le normative vigenti, tramite una holding legalmente costituita negli Stati Uniti. Nessuno ha mai pagato per ottenere rendimenti finanziari: ciò che veniva offerto era l’accesso a un percorso, a una visione, a un’opportunità imprenditoriale e umana, che ciascuno avrebbe dovuto contribuire a costruire in prima persona.

Il modello era chiaro: chi voleva far parte del progetto poteva:

  • acquistare quote societarie (con pagamento tracciato, spesso rateizzato),

  • contribuire con lavoro, presenza, partecipazione,

  • oppure entrambe le cose.

Nessuno è mai stato ingannato. Nessuna promessa di guadagno è mai stata fatta. Nessuna attività è mai stata svolta fuori dalla legge. Se qualcuno è venuto meno agli impegni, non sono stato io: sono loro, con le loro fughe, con il loro silenzio, con la loro incapacità di sostenere ciò in cui dicevano di credere.

Il danno provocato da questo sito non è solo al mio nome personale — che ho sempre difeso con integrità e coerenza — ma al progetto stesso, che avrebbe potuto offrire un’alternativa concreta e costruttiva a chi cercava una via d’uscita dal sistema disumano in cui viviamo. Ogni giorno che questo sito rimane online, delle persone che potrebbero essere aiutate si allontanano, condizionate da voci senza volto, senza prove, senza onore.

Chi vorrà approfondire ogni singola accusa troverà in fondo a questa pagina una sezione “Verità sui fatti narrati”, dove, con ordine, replica e rispetto, verrà chiarito punto per punto ciò che è stato detto — e cosa invece è davvero accaduto.

Io non diffamo, non offendo e non mi nascondo.

Chi vuole sapere i nomi, può chiedermeli in privato, ma sappia che sono solo il riflesso più triste della debolezza umana: quella che, non sapendo costruire, preferisce distruggere.

Tutto quello che hai appena letto, nonché la verità sulla mia correttezza e onestà, sono dimostrabili, con documentazione cartacea e audio-visiva.

Continua qui.