Tra le voci più attive nella costruzione della narrazione diffamatoria nei miei confronti, vi è quella di Lorenzo B., un uomo che ha scelto di distruggere ciò che non ha avuto il coraggio di costruire.
Una persona che, insieme alla sua famiglia, aveva preso parte con entusiasmo al progetto, trasferendosi fisicamente per contribuire alla sua realizzazione, e che ha vissuto per due anni in strettissimo contatto con me, testimoniando — giorno dopo giorno — fiducia e gratitudine, nonché stima.
In quel periodo, i benefici del nostro rapporto erano visibili a tutti: crescita personale, rinascita familiare, miglioramento evidente dei figli, che erano stati affidati per anni ai nonni e che finalmente stavano ricevendo attenzione, ascolto e guida. Il padre stesso mi ha più volte ringraziato per ciò che facevo per i suoi figli e per lui, riconoscendo pubblicamente il valore della mia presenza.
Quando la relazione tra me e sua moglie si è trasformata in qualcosa di più profondo — evento nato non da calcolo, ma da naturale attrazione animica e da una sintonia evidente a chiunque — lui ha scelto di non confrontarsi con la realtà, ma di costruirne una alternativa: quella in cui io sono il manipolatore, l’ingannatore, il colpevole universale.
Ha trasformato un evento umano — doloroso, ma reale — in un pretesto per delegittimare tutto ciò che era stato costruito. E lo ha fatto non perché vittima, ma perché spaventato dalla possibilità di perdere il controllo, la faccia e i figli. Ha scelto la vendetta al posto del confronto. Ha trasformato il fallimento del suo progetto familiare in un’accusa contro chi, al contrario, stava cercando di creare un futuro migliore per tutti.
La sua è una testimonianza segnata da frustrazione, vigliaccheria e diserzione: ha lasciato il progetto che diceva di sostenere, ha rinnegato tutto ciò che aveva visto e riconosciuto, ha voltato le spalle alla verità, e ha cercato rifugio in una menzogna che giustificasse la sua fuga.
Ma i fatti restano: tutto ciò che è stato fatto è documentato, ogni passaggio è tracciabile, e nessuna delle accuse che muove oggi corrisponde alla realtà dei fatti vissuti.
Questa testimonianza non smaschera me. Smonta se stesso. E chi vuole davvero la verità, può vederla da sé.